Che cosa fare se sei un paziente con il Deficit Alfa-1 Antitripsina

Che fare se sei diagnosticato un paziente Alfa1 Antitripsina

Che cosa fare se sei un paziente con il Deficit Alfa-1 Antitripsina e la diagnosi è positiva, cosa significa e come curarlo

Cosa fare se sei un paziente diagnosticato alfa 1 at - Deficit di Alfa 1 At Antitripsina

Il percorso diagnostico, come descritto nella pagina dedicata, consta di indagini di primo livello che forniscono informazioni riguardanti la presenza o meno del deficit di Alfa1 Antitripsina. Queste sono seguite da analisi di secondo livello, che permettono una più specifica distinzione tra due gradi di deficit: 

  • Deficit intermedio di Alfa1 Antitripsina (concentrazione tra 51 e 110 mg/dL). I pazienti con deficit intermedio sono quelli che nel loro patrimonio genetico possiedono una variante allelica alterata patologica ed una normale.
  • Deficit severo di Alfa1 Antitripsina (concentrazine inferiore a 50 mg/dL). I pazienti con deficit severo sono quelli che nel loro patrimonio genetico possiedono due varianti alleliche alterate e patologiche (omozigoti oppure eterozigoti composti). 

Alla diagnosi di deficit di Alfa1-AT segue uno specifico percorso di monitoraggio che prevede una gestione del paziente di tipo multidisciplinare, andando ad integrare esami di ambito pneumologico, patologico e di medicina interna in generale.

Deficit severo

Nel caso di diagnosi di deficit severo, vengono eseguiti in primo luogo dei pannelli di esami per la valutazione della situazione basale:

  • Esami d’immagine, che includono HRCT (tomografia computerizzata ad alta definizione), ecografia della porzione superiore dell’addome, fibroscan epatico;
  • Esami della funzione respiratoria, che includono spirometria globale, DLCO (valutazione della capacità di diffusione del monossido di carbonio, un test che permette di valutare l’efficacia degli scambi gassosi a livello alveolare), SpO2% (saturazione dell’emoglobina da parte dell’ossigeno), eventualmente anche EGA e 6MWT (test del cammino in 6 minuti, che permette una valutazione della capacità aerobica generale);
  • Esami ematochimici, fra cui il tempo di protrombina (che permette di valutare il sistema della coagulazione e di calcolare il parametro INR), il test degli enzimi epatici (ALT, AST e GGT), il dosaggio di marcatori della funzionalità renale, l’emocromo, la glicemia, il colesterolo totale ed i trigliceridi;
  • Esame obiettivo 
  • Anamnesi, durante la quale una particolare attenzione deve essere posta sull’eventuale abitudine al fumo e al consumo di alcol.

Successivamente, si procede con esami per la valutazione periodica, che viene effettuata con cadenza annuale oppure più frequentemente in caso di malattia polmonare o epatica. Gli esami effettuati sono grossomodo i medesimi in quanto l’obiettivo è valutare l’andamento nel tempo del quadro complessivo:

  • Esami della funzione respiratoria, con spirometria semplice, DLCO, SpO2% ed eventualmente EGA e 6MWT;
  • Esami ematochimici, con INR, bilirubina, albumina, enzimi epatici, funzionalità renale, emocromo, glicemia, colesterolo totale e trigliceridi;
  • Esami d’immagine, con RX torace (o HRCT in caso di DLCO alterata oppure in caso di quadro clinico particolare), ecografia dell’addome superiore, fibroscan epatico (in caso di alterazione degli enzimi epatici)
  • Esame obiettivo
  • Anamnesi, sempre valutando l’abitudine al fumo ed il consumo di alcol

Grazie alle informazioni riguardanti l’andamento della funzione respiratoria è possibile valutare l’eventuale necessità di iniziare la terapia sostitutiva con AAT. Inoltre, nel caso si rilevino valori alterati, è possibile considerare l’esecuzione di una biopsia epatica per valutare l’eventuale comparsa di un danno epatico. 

Deficit intermedio

In caso di diagnosi di deficit intermedio, il percorso di monitoraggio non differisce sensibilmente da quello attuato in caso di deficit severo e la gestione del paziente è comunque multidisciplinare. La principale differenza riguarda la frequenza con la quale vengono effettuati gli esami per la valutazione periodica: di norma tali esami vengono eseguiti con cadenza biennale oppure piu frequentemente in caso di patologia polmonare o epatopatia. Anche in questo caso, di fronte ad alterazioni dei valori epatici è possibile valutare una biopsia epatica per verificare la comparsa di una epatopatia.

Esenzione

Come descritto nella pagina Come si diagnsotica il deficit di Alfa1 Antitripsina? gli esami per la diagnosi del deficit di AAT (classificato come malattia rara) vengono eseguiti in regime di esenzione temporanea (Codice R99). Una volta confermata la diagnosi, per i soggetti con omozigosi (es. ZZ, SS, ecc.) o eterozigosi composta (es. SZ, ZMMalton, ecc.), gli esami effettuati per il monitoraggio dell’andamento della malattia vengono eseguiti in regime di esenzione permanente (Codice RC0200).